mercoledì 22 luglio 2009

I Maya e l'impoverimento dell'ambiente


La fine di grandi civiltà è certo un argomento al quale gli studiosi sono molto "affezionati", se non altro per cercare le cause che hanno determinato la scomparsa improvvisa di grandi imperi. E' quel che è accaduto per quel che concerne i Maya, la cui scomparsa ha sempre destato l'attezione di storici ed archeologi, alla ricerca di cause e concause che hanno portato questo popolo ad estinguersi in un breve lasso di tempo.
Sicuramente una parte importante l'hanno avuta guerre e malattie, ma un paleobotanico americano dell'Università di Cincinnati, David Lentz, afferma che la causa principale dell'estinzione di questo popolo sia stata la fine delle risorse naturali. Per diverso tempo, infatti, Lentz e la sua squadra hanno studiato le strutture in legno dei templi e dei palazzi di Tikal, città maya che si trova in Guatemala.
Tre templi costruiti prima del 741 d.C. sono stati ricavati da tronchi di sapodilla, un legno molto forte e resistente, che consente di incidere disegni ed iscrizioni con relativa facilità.
Dopo il 741 d.C., però, la sapodilla sembra scomparsa, sostituita dal legno di un piccolo albero tropicale con rami nodosi, quasi impossibile da scolpire. Lentz sostiene che la sostituzione di quest'albero alla sapodilla è stata dovuta all'estinzione di quest'ultima.
Studi precedenti sui pollini nella foresta circostante, avevano dimostrato che la decadenza dei Maya conincideva con un impoverimento della vegetazione ed un aumento dell'erosione del terreno.

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