sabato 14 novembre 2009

Rioni di Roma: Campo Marzio


Oggi il Campo Marzio è la parte settentrionale di una vasta pianura che, originariamente, era delimitata dal Campidoglio, dal Quirinale e dall'altura dei Parioli. Questa pianura era utilizzata come piazza d'armi, per le esercitazioni dell'esercito, anche se era comunemente frequentata anche dai semplici cittadini per allenamenti individuali, profittando delle strutture fisse che vi erano predisposte.
Oltre all'attività fisica strettamente intesa, il Campo Marzio era attrezzato per esercitazioni con il cavallo e ci si poteva anche incontrare per motivi politici. La zona abbondava di culti, anche se non erano culti dedicati al dio della guerra, dal quale il luogo sembra aver derivato la denominazione. Il più curioso dei culti era dedicato a fenomeni post-vulcanici che, in epoca storica, ancora si verificavano nella zona che, oggi, è occupata dalla chiesa dei Fiorentini. Il culto aveva qualcosa di ctonio, sotterraneo ed, in qualche modo, vi entrava Proserpina ed il Tartaro, regno delle ombre.
Nel 431 a.C. nel Campo Marzio si iniziò la costruzione del tempio di Apollo che fu, in seguito, chiamato Sosiano, tra l'attuale piazza Campitelli ed il Monte Savello. Agli inizi del III secolo a.C. vi fu installato anche il tempio di Bellona, presso la chiesa di S. Marco. Tra il IV e gli inizi del I secolo a.C. fu la volta dell'area di Largo Argentina, del Tempio di Ercole e delle Muse, dei portici di Ottavio e del Teatro di Pompeo.
Notevoli sono le costruzioni, in Campo Marzio, di teatri ed anfiteatri: il Flaminio, il Marcello ed il Balbo fino alle opere "sponsorizzate" da Agrippa quali le terme, il Pantheon, l'acquedotto dell'Aqua Virgo, le cloache ed i portici. Questo vasto insieme fu diviso da Augusto in più regioni.
Sul finire del Medioevo il rione acquisì una caratteristica internazionale. Sorse un borgo chiamato "Borgo Schiavonia", prevalentemente abitato da gente dalmata ed illirica. In particolare l'area dove sorse in seguito l'ospedale di S. Giacomo, era abitata da comaschi e caravaggesi. I Greci dettero il loro nome ad una contrada dove Gregorio XIII fece costruire un fabbricato tutto per loro. I Bretoni si stabilirono intorno alla chiesa di S. Ivo alla Scrofa.
In questo rione avevano anche casa molte note famiglie romane: gli Orsini (a piazza Nicosia e via dei Prefetti), i Colonna (attorno al Mausoleo d'Augusto), i Conti, gli Amati (di origine napoletana), i Benzoni, gli Astalli, i Margani, i Vitelleschi, i Della Valle. Non si hanno, però, notizie di torri e fortificazioni al di fuori di quella degli Orsini all'Augusteo ed a Villa Malta.
La Porta del Popolo era il cardine dei traffici da e per l'Urbe. Esistevano anche degli scali fluviali in corrispondenza delle scomparse posterule tiberine, ai quali affluivano i prodotti dell'entroterra. Per collegare il Campo Marzio al Vaticano portò al ripristino, nel 1518, di un'antica via romana che, in un atto del X secolo, era detta della Pila o della Pigna. Questo antico tracciato avrebbe collegato il Mausoleo d'Augusto con le terme Alessandrine, ubicate nei pressi di S. Luigi dei Francesi. Questo nuovo tracciato, che ricalcava l'antico, dal papa che ne fu il promotore, Leone X, assunse inizialmente il nome di via Leonina ma che sarà più nota con il nome successivo, via di Ripetta. L'apertura della strada valorizzò tutta la zona, anche se i nobili, inizialmente, non si interessarono alle nuove prospettive aperte dallo sviluppo urbanistico.
La densità abitativa del luogo pose dei problemi igienici, dal momento che la popolazione beveva l'acqua del Tevere. Per arginare le epidemie, fu necessario ripristinare, almeno in parte, uno degli acquedotti di Marco Vipsanio Agrippa, quello dell'Aqua Virgo.
Nel 1574 Gregorio XIII costruì la nuova sede pontificia sul Quirinale. Dieci anni più tardi Sisto V tracciò la via che, dal suo nome, verrà detta via Felice e che collega il Pincio con il Laterano passando attraverso la basilica di S. Maria Maggiore.

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