venerdì 22 gennaio 2010

Splendore ottomano

Nell'architettura civile islamica, gli edifici più importanti sono le residenze di principi e sovrani, dotate di sontuosi giardini di piante e fiori rarissimi, ornati da fontane e giochi d'acqua.
Il Palazzo di Topkapi, splendido esempio di architettura ottomana, fu iniziato da Maometto II nel 1470 e terminato nel 1850. Fu la residenza prediletta dei sultani ottomani fino al XIX secolo. Il palazzo venne edificato su una delle sette colline di Istanbul, dalla quale è possibile ammirare il Corno d'Oro ed il Mar di Marmara.
Laddove oggi si ammira il Topkapi c'era, un tempo, l'antica acropoli della città di Bisanzio. La superficie occupata dal Topkapi è pari a 700.000 metri quadri, praticamente una città nella città.
Nel tempo, accanto alle strutte principali del palazzo ne sorsero altre, tutte dotate di ampi giardini con piante rare e chioschi. Gli edifici che sono, ad oggi, parte del Topkapi sono completamente indipendenti e protetti da 1400 metri di mura turrite. Una fitta rete di vicoli e corridoi collegano tra loro tutte le strutture architettoniche e racchiudono sale di rappresentanza, appartamenti, padiglioni, cucine, bagni, moschee, scuole e biblioteche.
Il nome Topkapi significa "Porta del Cannone", perchè nei pressi della porta che ha dato nome al palazzo, vi erano numerosi cannoni che dovevano difendere la città. Dietro la Porta del Cannone, agli inizi del XVIII secolo, il sovrano Ahmed III fece costruire una residenza estiva che andò distrutta a causa di un incendio nel 1863. Proprio da questa data, il palazzo costruito da Maometto II cominciò ad essere chiamato Topkapi Saray, Palazzo di Topkapi.
Ingresso principale al palazzo è la Porta Imperiale, che si trova alle spalle della chiesa bizantina di Santa Sofia, che Maometto II trasformò in moschea e che ora è un museo. Questa porta era costantemente sorvegliata da guardie armate capeggiate dal "signore della porta". Nel Cortile del Consiglio, all'interno del recinto del palazzo, si trovano le dieci grandi cucine che servivano la corte del sultano, realizzate dal geniale Sinan, architetto di corte, sono l'esempio del massimo splendore dell'architettura ottomana. Dal Mar di Marmara è possibile ammirare i dieci caratteristici fumaioli conici delle cucine. Un tempo le cucine contenevano anche gli appartamenti dei cuochi, i magazzini in cui si conservavano le derrate alimentari e l'ufficio dlel'economo.
L'harem è il settore più importante del Topkapi, qui risiedevano il sultano e le sue donne. Vi si entrava attraverso la Porta delle Carrozze, chiamata in questo modo perchè a nessuna donna era permesso oltrepassarla se non, appunto, in carrozza. Nell'harem abitavano anche i bambini fino agli 11 anni, figli o nipoti del sultano. Attualmente la superficie dell'harem, che si presenta come un disordinato complesso architettonico, è di circa 15.000 metri quadri. Nel cuore del complesso vi era l'appartamento della madre del sultano, mentre la sala più grande e più bella dell'harem era la Sala Imperiale, iniziata nel 1500 sotto Solimano il Magnifico dall'architetto Sinan. La Sala subì una prima modifica verso la seconda metà del XVIII secolo, sotto Osman III, che la dotò di fontane, colonne di marmo e specchi.
Principi e principesse che vivevano nel Palazzo di Topkapi erano costantemente protetti da un corpo di guardia, i giannizzeri. Tutto il personale in servizio al Topkapi era, inoltre, organizzato in varie corporazioni, residenti in veri e propri quartieri all'interno del palazzo.
Nel 1853 il sultano Abdulmegid trasferì la sua residenza nel nuovo Palazzo di Dolmabahce e questo permise di trasformare il Palazzo di Topkapi in un vero e proprio museo, il più importante di tutta la Turchia.

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