mercoledì 24 febbraio 2010

La città dimenticata


Pachacamac, poco lontano da Lima, in Perù, fu una città costruita con fini religiosi che si è sviluppata sulla sponda del fiume Lurin che sbocca nell'Oceano Pacifico. Qui, prima dell'arrivo degli Inca, vi era un antico insediamento in cui si onorava il dio Pachacamac, creatore supremo.
Gli edifici più antichi sembra risalgano al 650 d.C., la città possedeva templi, un convento per donne scelte (accllas) ed un oracolo così famoso che continuò ad essere consultato anche durante il periodo inca. Questi ultimi ingrandirono l'abitato ed aggiunsero altri templi che dedicarono alle loro divinità del Sole e della Luna.
Sicuramente la città possedeva una certa autonomia dal punto di vista economico, grazie soprattutto alle risorse ittiche del vicino oceano e per la sua posizione sulle rotte del commercio sudamericano, dove venivano scambiati tra loro prodotti dell'oceano e prodotti andini.
Finora gli scavi hanno permesso di recuperare 30.000 tombe.
Alcuni sistemi di canali, inoltre, drenavano le acque del fiume Lurin e le convogliavano in città, nei campi circostanti, nei bacini idrici e nelle fontane.
Quando arrivarono gli spagnoli, essi ribattezzarono il tempio di Pachacamac moschea, quando, in realtà, esso non era altro che un vasto complesso cerimoniale costituito da due edifici a forma di piramide. La piramide più antica fu definita Tempio Vecchio, la seconda Tempio Dipinto. Quest'ultimo, si suppone, fu costruito per ampliare le funzioni del primo tempio realizzato dalla cultura Lima, risalente all'800 d.C..
Il Tempio Vecchio ha una pianta apparentemente circolare ed è stato costruito sopra un monticello composto di migliaia di adobes cubici modellati a mano. Della cultura Lima che creò questa struttura, esistono esempi di notevoli piramidi in pieno centro cittadino. Nel Tempio Dipinto, forse, risiedeva un idolo piuttosto famoso. Al culmine della struttura è stato recuperata la porta fatta di tela e canne, con decorazione di conchiglie.
L'idolo, invece, venne scoperto da Alberto Gieseke nel 1938, durante i lavori realizzati al Tempio Dipinto. Ora il reperto è esposto al Museo del complesso archeologico. Esso è intagliato in legno di lucumo e, nella parte superiore, rappresenta un personaggio con due facce contrapposte. Su un lato i vestiti sembrano decorati con mais, sull'altro compaiono raffigurazioni zoomorfe. Sotto, invece, sono identificabili felini, serpenti e personaggi antropomorfi. Pachacamac è ricordato come il dio del fuoco, figlio del Sole. La leggenda racconta che all'inizio della vita, non vi erano ancora alimenti per la prima coppia umana, per cui l'uomo morì di fame. Intervenne il sole che fecondò la donna, ma Pachacamac, geloso, uccise il figlio che nacque dall'unione. Poi sotterrò l'infante e così nacquero gli alimenti essenziali. Pachacamac era un dio invisibile e le sue raffigurazioni sono assai rare. Si riteneva che i terremoti fossero segni del suo malumore.
Son ben 15 le piramidi a rampa identificate a Pachacamac, tutte o quasi prive di pitture parietali. Sembra che appartenessero, nel XVIII secolo, ad individui o gruppi sociali che avevano la particolare funzione di cappelle o santuari provinciali.
Un primo colpo alla ricchezza ed alla prosperità della città si ebbe quando l'ultimo re di Pachacamac, Atahualpa, permise il saccheggio del Tempio. Il sovrano inca, per salvarsi la vita, ottemperò a tutte le richieste poste da Pizarro, ossia riempire una stanza di oro. Gli spagnoli saccheggiarono il tempio, raschiando le pareti che erano ricoperte d'oro. L'idolo che rappresentava Pachacamac venne abbattuto e distrutto. La città entrò, così, nell'oblio.
Ultimamente gli archeologi hanno fatto un'importante scoperta nel sito dell'antica e dimenticata città. Hanno ritrovato i resti di 30 persone, tra le quali ben 19 mummie ancora intatte, risalenti ad un periodo compreso tra il 1000 ed il 1500. Non si è ancora stabilito a quali culture appartengano le mummie, ma è probabile siano state di coltivatori ed artigiani, che vissero prima dell'impero inca. Il cimitero, che ricopre un'area di 200 metri quadrati, si trova all'interno del complesso religioso del Pachacamac.

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