mercoledì 21 aprile 2010

Arsenico e...antichi merletti!


L'antica popolazione costiera del Cile, i Chinchorro, furono, forse, avvelenati dall'acqua contaminata dall'arsenico. Le mummie dei Chinchorro sono tra le più antiche del mondo e l'arsenico era contenuto, per natura, nell'acqua che consumavano, secondo Bernardo Arriaza, dell'Universidad de Tarapacà de Arica.
I Chinchorro non erano, ovviamente, coscienti di ingerire alte dosi di arsenico, tossina priva di gusto e sostanzialmente invisibile. Questo li avrebbe portati a soffrire, con sempre maggiore frequenza, di cancro alla pelle, ai polmoni, alla vescica ed ai reni. Dopo la morte le vittime venivano talvolta mummificate ed i loro organi interni rimossi e sostituiti con fibre vegetali, peli di animale ed anche argilla.
Circa 7000 anni fa i Chinchorro cominciarono a praticare la mummificazione su adulti, bambini e persino feti. E proprio mummie di bambini e feti sono quelle meglio conservate ed analizzate. Non solo, gli studiosi ritengono anche che l'alto numero di aborti potrebbe aver suggerito, in qualche modo, il processo di mummificazione.
Tuttora l'inquinamento dell'acqua potabile presente nel luogo dove vissero i Chinchorro è contaminata. La World Health Organization ha stimato che è presente un livello di arsenico cento volte superiore a quello considerato sicuro. Gli archeologi hanno studiato campioni di capelli di 46 mummie trovate in cinque diversi siti. Alcune mummie, sepolte nel 1700 a.C., si sono conservate grazie al clima secco della valle. I risultati hanno dimostrato che il 90% dei Chinchorro vissuti tra i 7000 ed i 600 anni a, avevano capelli contenenti dosi di arsenico tali da provocare problemi di salute. La tossina, infatti, una volta penetrata nell'organismo, si accumula nella cheratina dei capelli e delle unghie.

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