lunedì 28 giugno 2010

Spina, una città leggendaria


Dell'antica città di Spina, scomparsa perchè inghiottita dalle acque, si parlò per molto tempo dopo la sua sparizione. Si diceva che la città fosse stata fondata dai discendenti degli Argonauti e si magnificava la sua ricchezza e la sua potenza, legata strettamente al mondo greco. Si parlava, infatti, di un Tesoro di Spina a Delfi, senza contare che la mitologia greca "ambientò" proprio nelle acque dell'Adriatico di fronte all'antico porto la vicenda di Icaro e la caduta del carro del Sole guidato da Fetonte.
Malgrado questo, però, per quasi duemila anni si è ignorato il luogo esatto dove sorgeva Spina. Molti scrittori, antichi e moderni, si sono cimentati con il mistero della città scomparsa, tra essi Dionigi di Alicarnasso, Plinio il Vecchio, Giovanni Boccaccio e Filippo Cluverius. Il mistero si risolse, per caso, nel 1922, l'occasione fu la bonifica delle valli di Comacchio. Venne, allora, in luce un sepolcreto di epoca etrusca. Gli scavi iniziarono subito e proseguirono fino al 1935. Ripresero, poi, nel 1954, quando furono individuate le prime delle quattromila sepolture ritrovate a tutt'oggi. Sepolture ricchissime di ori, argenti, ambre, paste vitree, ceramiche attiche, bronzi, iscrizioni in lingua etrusca.
La maggioranza delle tombe di Spina prevedeva la sepoltura di un solo defunto che veniva, generalmente, inumato. Poche sono le tombe ad incinerazione. I corredi funerari sono composti da oggetti di uso comune: vasellame da cucina e da mensa, utensili da cucina, candelabri, sgabelli, balsamari, contenitori di unguenti, pigmenti ed essenze ed alcuni gioielli. Tra il vasellame è particolarmente interessante quello inerente le cerimonie simposiali, fabbricato appositamente per essere deposto con il defunto.
Parimenti frequente è la presenza di oggetti di uso apotropaico e di aiuto nel passaggio al mondo infero: dadi, aes rude (un frammento di bronzo che aveva funzione di moneta, un pò come l'obolo di Caronte), astragali, protomi femminili. Le anfore che sono state ritrovate sono tutte anfore destinate a contenere vino, quasi tutte di produzione attica, poche di produzione locale.
Gli archeologi hanno determinato che l'antica Spina era strutturata con edifici regolari e con un razionale reticolo di vie. Gli spazi pubblici erano separati da quelli privati mediante dei veri e propri cippi di confine. Le abitazioni erano costituite da capanne regolari realizzate con assiti di legno, argille e piante palustri.

2 commenti:

Unknown ha detto...

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