venerdì 30 luglio 2010

Il Papiro della congiura


Il Museo Egizio di Torino custodisce diversi papiri, tra i quali due pezz, in particolare, lunghi complessivamente 5 metri e scritti in ieratico, e che compongono un testo noto come il "Papiro della congiura dell'harem".
Questo papiro racconta una storia di quasi tremila anni fa, di cui la vittima designata era il faraone Ramses III (XII secolo a.C., XX Dinastia). Ramses III aveva appena respinto i Libici ed i cosiddetti Popoli del Mare, aveva costruito templi e palazzi a Tebe e Karnak, ad Heliopolis, Menfi, in Nubia e Siria. I suoi rapporti con il clero di Amon, però, non erano dei migliori e la crisi economica che si abbatté sul regno (vi fu il primo sciopero conosciuto nella storia, quella degli operai di Deir el-Medina, anch'esso documentato in un papiro custodito nel Museo Egizio di Torino), dovevano dare dei seri grattacapi al sovrano.
Ma era nell'harem che si tramavo gli intigri più letali al regno ed alla vita di Ramses III. Il faraone non aveva designato ufficialmente una Grande Sposa Reale, lasciando aperta ogni ipotesi in merito e suscitando una pericolosa gara per inserirsi nella linea di successione. L'erede che Ramses III aveva indicato era il figlio maggiore, Amonhirkhopshef, che aveva avuto da Ise Ta-Hemdjert. Un'altra sposa, però, Teye, tramava per avere sul trono il proprio figlio Pentaur.
Il resoconto di quanto accadde viene illustrato dettagliatamente nel "Papiro della congiura", anche se lo scritto rivela che i giudici dovevano aver ritenuto opportuno nascondere od omettere particolari che potevano essere pericolosi e compromettenti per qualcuno. Nel papiro il faraone parla in prima persona. Spiega ai lettori che ha istituito un tribunale composto da dodici alti funzionari, poi fa il nome dei congiurati e delle punizioni alle quali sono stati sottoposti. Tra i congiurati vengono nominati Pabakkamen, il maggiordomo di corte, Mesedsure, il coppiere, Panik, direttore della camera del re dell'harem, Pendua, uno scriba che avevano fatto combutta con Teye per eliminare il faraone. Attorno a costoro roteavano molti altri congiurati, anche di altissimo livello, come il comandante degli arcieri di Kush.
Il faraone, nel documento custodito all'Egizio di Torino, tace sulle punizioni comminate ai colpevoli più importanti, ma si sa, attraverso altre fonti, che essi, dopo la morte per squartamento, vennero bruciati e le loro ceneri sparse al vento, in modo da negar loro anche la vita nell'aldilà che, secondo i riti, spettava solo se si erano accuratamente rispettati i riti di conservazione del corpo attraverso la mummificazione.
I colpevoli meno importanti, invece, finirono, pare, per suicidarsi. I più fortunati poterono uccidersi a casa loro, tra questi proprio quel Pentaur che avrebbe dovuto essere chiamato al trono al posto dell'erede ufficiale. Pentaur, tra l'altro, è ricomparso recentemente sulla scena sotto forma di mummia. La scansione ai raggi X e l'esame del Dna su un delle 40 mummie reali rinvenute nel 1881 da Gaston Maspero a Luxor, un giovane che appariva privo di titolatura, ha svelato il mistero: la mummia reale senza titolatura era proprio Pentaur. Il giovane aveva mani e piedi legati ed un'espressione di terrore dipinta sul volto.
Secondo i piani dei congiurati, il complotto doveva scattare durante la celebrazione della Festa della Valle a Medinet Habu. A Ramses III finì per succedere, nel 1154 a.C., l'erede designato che mutò il suo nome in Ramses, come tutti i faraoni della XX Dinastia. Se Ramses III sia morto di morte naturale o sia stato ucciso, è un dilemma che gli studiosi non sono ancora riusciti a risolvere. La sua mummia mostra un uomo di circa 65 anni di età senza apparenti segni di violenza. Ma nulla esclude che possa essere morto soffocato.

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