domenica 22 agosto 2010

I celati segreti di Esfahan


Una squadra di ben 17 archeologi, diretta da Alireza Jafari-Zand, mentre stava scavando ad est della città di Esfahan, ha identificato una struttura Sasanide ed i resti del distrutto palazzo safavida di Tappeh Ashraf.
Tappeh Ashraf si trova ad est di Esfahan, vicino alla riva del fiume Zayandeh-Rud, non lontano dal ponte Sasanide di Sharestan. Tappeh è considerato il tumulo archeologico più antico di Esfahan.
In questa stagione di scavo, gli archeologi hanno scoperto una struttura di fondazione in pietra, circondata da spesse mura costruite con mattoni di fango. I primi saggi di scavo indicano che questa struttura fu costruita durante l'epoca Sasanide (224-651 d.C.), ma sicuramente, a scavo ultimato, sarà possibile una datazione più sicura.
Gli archeologi, dopo aver mappato il sito, hanno aperto una trincea di circa 8 metri di profondità, che ha intercettato e rivelato il tumulo. Uno storico locale, Lotfollah Honarfar, ritiene che il tumulo sorga dove, un tempo, la vecchia fortezza Sasanide di Kohan-Dez-e Saruyè.
Il sito archeologico attualmente consiste di due parti divise da una nuova strada costruita da qualche anno. Il tumulo più grande deve ancora essere scavato ed è a tutt'oggi conosciuto con l'antico e (forse) proto Sasanide nome di Gey. L'area era abitata prevalentemente da Zoroastriani fino al regno di Shah Abbas il Grande (1571-1629), quando questi furono obbligatoriamente stanziati nel villaggio di Gabr-Abad.
A Tappeh Ashraf, gli archeologi hanno anche identificato le rovine di un palazzo Savafide, che si pensa sia il palazzo di Ashraf Afghan. Sembra che il palazzo sia stato distrutto durante il regno di Nader Shah, il fondatore della dinastia di Afsharid (1736-1796). Ashraf Afghan era cugino di Mahmoud, il capo della tribù Ghaljai di Kandahar, che con un esercito formato da un miscuglio di musulmani sunniti e zoroastriani stanchi del tirannico regime del sultano Shah Hossein, marciò attraverso Sistan, Kerman e Yazd e conquistò Esfahan, la capitale della dinastia imperiale Safavida, nel 1722. Un anno più tardi Shah Hossein fu messo a morte. Durante il suo regno, Hossein aveva ordinato la persecuzione di musulmani sunniti, zoroastriani, ebrei e cristianni, finendo per indebolire la base della società Safavida. L'eccidio di zoroastriani è considerato, per numero, il più grande in assoluto in sette secoli di occupazione araba dell'Iran.
Tre anni dopo Ashraf fece uccidere Mahmoud e si proclamò re dell'Iran nel 1725. Il suo governo, però, fu piuttosto breve ed egli fu presto sotituito dalle elites più rappresentative del paese e, dopo una battaglia decisiva con Tahmasp-Qoli (futuro Nader-Shah), nel 1729, Ashraf fuggì a Shiraz e fu, più tardi, assassinato da uno dei suoi compagni Baluchi. Quest'evento rappresentò la fine della settennale rivolta contro il ruolo assunto dalla religione Savafide.
La presenza di soldati zoroastriani nelle armate di Ashraf è spiegato dal fatto che egli aveva un palazzo a Gey, che preferiva al lussuoso palazzo Savafide costruito al centro di Esfahan, vicino alla famosissima piazza Naqsh-e Jahan.

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