venerdì 17 settembre 2010

Lo splendore di Sybaris


I primi coloni achei approdarono alla piana di Sibari intorno al 730 a.C.. Qui fondarono la città di Sybaris, vicina alla costa, allora più arretrata rispetto a quanto appare attualmente. In pochi decenni gli achei sconfissero gli Enotri e realizzarono impianti di canalizzazione, bonificando terreni paludosi.
Dal momento che Siri, colonia ionica, minacciava da vicino Sybaris, i Sibariti fondarono, con l'aiuto di Crotone, Metaponto. Poi risalirono le valli del Basento e del Bradano, raggiungendo il Tirreno dove, nel 600 a.C., fondarono Poseidonia, più nota con il nome di Paestum dove dedicarono un grande tempio ad Hera. Nel VI secolo, inoltre, con l'aiuto di Metaponto e Crotone, distrussero Siri.
Nel suo momento di maggiore splendore, Sybaris dominò 4 popoli e 25 città, secondo Strabone. I Greci coniarono, per lei, un verbo, sibarizein, vivere alla sibarita, uno stile di vita ricco ed ozioso. I Sibariti dovevano la loro ricchezza alla natura fertile del terreno dove sorgeva la loro città ed alla disponibilità di manodopera enotria.
Nel 510 a.C. Crotone distrusse Sybaris dopo un breve assedio e, dall'altra parte del Mediterraneo, i Milesii si rasero il capo in segno di lutto. Per mezzo secolo due generazioni di Sibarti tentarono invano di ricostruire la patria distrutta.
Nel 444 a.C. Pericle decise di inviare nella piana sibaritica dieci navi, una per ogni tribù ellenica, sotto il comando di Senocrito e dell'esegeta Lampone. Erano parte dell'avventura Erodoto, il filosofo Protagora di Abdera, lo stratega spartano Cleandrida ed Ippodamo di Mileto. I coloni fondarono Turi sulle rovine di Sybaris ma la nuova città, ben presto, cade preda di lotte intestine tra i Sibariti rientrati ed i nuovi coloni.
A pochi anni dalla sua fondazione, Turi venne assediata dai Lucani e, dopo qualche anno, dai Brettii. Alla fine sarà costretta a chiedere aiuto ai Romani di cui rimase sempre alleata, guadagnandosi, nel 204 a.C., la distruzione operata dalle truppe di Annibale.
Dieci anni più tardi arrivano i primi coloni Romani che a Turi sostituirono Copia, città latina dal nome beneaugurante (significa, infatti, abbondanza) che prosperò sino all'età cristiana (VI-VII secolo a.C.).
Il Parco Archeologico di Sybaris è il più antico sorto in Calabria. E' stato realizzato nel 1974, grazie all'esproprio di ben 176 ettari. Nel 1996 al Parco si è aggiunto il Museo Archeologico Nazionale della Sibaritide, al cui interni sono conservati reperti di notevole interesse archeologico.
Dell'antica Sybaris è riemerso, finora, solo un quartiere periferico risalente al VII-VI secolo a.C., composto di abitazioni piuttosto semplici, costruite con ciottoli di fiumi e mattoni crudi intonacati. Sono riemersi anche laboratori artigiani che hanno restituto molte terrecotte votive e vasi miniaturistici. L'intervallo passato dalla distruzione di Sybaris all'edificazione di Turi è rappresentato da uno strato di limo e sabbia che ha ricoperto le rovine di Sybaris, sul quale si sovrappone un secondo strato di livellamento realizzato alla metà del V secolo per edificare Turi.
Lo schema urbanistico di Turi viene descritto in modo estremamente dettagliato da Diodoro Sicuro. Gli Achei, secondo Diodoro, identificarono il sito in cui costruire la nuova città, lo circondarono con un muro e divisero lo spazio con sette strade larghe (plateiai), quattro nel senso della lunghezza e tre nel senso della larghezza. Diodoro ce ne rammenta anche i nomi: Herakleia, Aphrodisia, Olympias, Dionysias in un senso e Heroa, Thuria e Thurina nell'altro.
Lo spazio delimitato dalle plateiai era a sua volta suddiviso da una rete ortogonale di strade anguste, gli stenopoi, che aveano il compito di delineare i confini degli isolati. Era, questo, lo schema ippodameo (da Ippodamo di Mileto) tramandato come il sistema più razionale e perfetto di costruire una città.

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