venerdì 22 ottobre 2010

Piccoli gioielli d'Italia: Ascoli Piceno (1)


Le origini di Ascoli Piceno sono avvolte nel mistero, ma gli archeologi sono sicuri che le sue radici affondino nell'età della pietra. Strabone, Plinio e Festo scrivono che la città fu fondata da un gruppo di Sabini guidati da un picchio, uccello sacro a Marte, nel tradizionale ver sacrum. I Sabini, poi, si sarebbero fusi con le popolazioni autoctone, dando origine ai Piceni, di cui Ascoli divenne il centro principale. Nel corso del tempo la città venne chiamata con il toponimo greco-romano di Ausculon ed Ausclos. Strabone la chiamò Asclon. La Tavola Peutingeriana la citò come Asclo Piceno.
Il toponimo Ascoli viene dagli studiosi attribuito a diverse radici: al termine ebraico Escol, traducibile con grappolo d'uva, forse in ricordo di vigneti ubertosi; alcuni ricollegano il toponimo alla radice egeo-anatolica "as", che esprime il concetto di "dimora" ed "insediamento urbano". Le fonti classiche, invece, narrano di un re Aesis, detto anche Esio, sovrano dei Pelasgi. Aesis fu colui che condusse la popolazione preellenica a risalire la costa adriatica, approndando alla foce del fiume Tronto. Questa narrazione, però, non ha ancora trovato riscontri archeologici.
Nel 299 a.C. la città si alleò con i Romani per contrastare gli Etruschi, i Galli ed i Sanniti e nel 269 a.C. divenne Civitas Foederata a Roma. Nel 91 a.C., però, si ribellò a Roma con altre popolazioni italiche e dette vita alla Guerra Sociale. Nell'89 a.C. il generale romano Gneo Pompeo Strabone conquistò Ascoli dopo un lungo assedio e trucidò i capi della rivolta, esiliando il resto degli abitanti. Nell'88 a.C. la città fu iscritta alla tribù Fabia e solo nell'80 a.C. le venne riconosciuta la cittadinanza romana. Giulio Cesare, nel 49 a.C., le diede l'appellativo di Picenum. Nel III secolo d.C. fu eretta a provincia autonoma con il nome di Picenum Suburcarium.
Per due secoli, dopo la caduta dell'impero romano, Ascoli fu sotto il dominio del Ducato di Spoleto (593-789), finchè non passò sotto i franchi di Carlo Magno. Fu, questo, il periodo in cui il potere dei cosiddetti vescovi-conti si fece sempre più forte e la città venne trascinata nella lotta tra guelfi e ghibellini. Nel 1183 Ascoli si costituì in libero comune e venne saccheggiata dalle armate imperiali di Federico II.
Il centro di Ascoli Piceno è interamente costruito in travertino, cavato dal territorio circostante, e si incentra nella rinascimentale piazza del Popolo e su piazza Arringo, la piazza più antica di Ascoli, dove si trovano il medioevale Battistero di San Giovanni, la Cattedrale di Sant'Emidio, con la cripta del santo patrono, il palazzo dell'Arengo ed altri edifici comunali.
Tra i monumenti più importanti vi è il ponte romano di Solestà, che può essere visitato anche all'interno. Ascoli ospita, anche, i resti del teatro romano e le grotte dell'Annunziata, enorme costruzione dell'epoca romana. Da menzionare, anche, la Fortezza Pia ed il Forte Malatesta, il palazzetto Longobardo con la torre degli Ercolani, una delle poche superstiti documentate dalle cronache medioevali.

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