A Farindola, in provincia di Pescara, i resti di un'antica abitazione romana hanno restituito un anello-sigillo d'oro. La scoperta è stata fatta durante dei lavori, peraltro abusivi, per la realizzazione di un fabbricato ed è stata recuperata grazie ai carabinieri della stazione di Penne.
Il sigillo rappresenta un gambero di fiume, scoperto proprio nella zona della villa, sul bordo di una cisterna. Sul fronte e sul retro sono riportati i nomi dei proprietari: Iunius Auriclianus e Rectina, schiava di Petronius, che, si pensa, siano stati moglie e marito. Il sigillo sembra appartenere, dall'analisi della grafia, al periodo tardo-antico (IV-V secolo d.C.) e può essere considerato la testimonianza di una grande abitazione nel territorio dei Vestini, attiva fino alla fine dell'impero romano.
Il sigillo rappresenta un gambero di fiume, scoperto proprio nella zona della villa, sul bordo di una cisterna. Sul fronte e sul retro sono riportati i nomi dei proprietari: Iunius Auriclianus e Rectina, schiava di Petronius, che, si pensa, siano stati moglie e marito. Il sigillo sembra appartenere, dall'analisi della grafia, al periodo tardo-antico (IV-V secolo d.C.) e può essere considerato la testimonianza di una grande abitazione nel territorio dei Vestini, attiva fino alla fine dell'impero romano.
Nessun commento:
Posta un commento