lunedì 27 giugno 2011

L'eredità longobarda in sud Italia nel World Heritage

Chiesa di Santa Sofia a Benevento, interno
L'Unesco ha promosso alla World Heritage List la candidatura seriale "I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)", che comprende le più rilevanti testimonianze longobarde presenti sul territorio nazionale, tra queste figura anche il complesso monumentale di Santa Sofia a Benevento, unitamente al suo campanile, che affaccia su piazza Matteotti, al centro della città.
La candidatura seriale comprende anche: l'area della Gastaldaga con il Tempietto Longobardo a Cividale del Friuli, in provincia di Udine; il Monastero di Santa Giulia con la chiesa di San Salvatore a Brescia; l'area del castrum di Castelseprio, in provincia di Varese; la basilica di San Salvatore a Spoleto e il Tempietto del Clitunno a Campello sul Clitunno, entrambe in provincia di Perugia e il Santuario Micaelico di Monte Sant'Angelo in provincia di Foggia.
La chiesa di Santa Sofia a Benevento fu fondata dal duca longobardo Arechi intorno al 760 d.C., come risulta da diversi placiti firmati dal principe, alcuni dei quali custoditi nel Museo del Sannio. L'edificio religioso ebbe per modello la cappella palatina di Liutprando a Pavia e presto divenne il tempio nazionale dei Longobardi che, dopo la sconfitta di Desiderio da parte di Carlo Magno, si erano rifugiati nel ducato di Benevento.
La chiesa fu dedicata alla Sapienza (Sophia) come la stessa chiesa di Costantinopoli. Arechi vi istituì, con donazione, anche un monastero benedettino nel 774 retto da sua sorella Gariperga. La chiesa subì danni dai terremoti del 5 giugno 1688 e del 1702. Crollarono le aggiunte medioevali e la cupola primitiva. Il cardinale Orsini, futuro papa Benedetto XIII, volle che la chiesa fosse ricostruita secondo il gusto barocco. Durante i lavori di restauro, nel 1705, la pianta venne trasformata da stellare a circolare e vi furono aggiunte due cappelle laterali. Anche l'aspetto dell'abside e della facciata dei pilastri subirono mutamenti. Furono, inoltre, distrutti quasi del tutto gli affreschi che ricoprivano le pareti della chiesa.
La chiesa di Santa Sofia non ha proporzioni enormi. La sua circonferenza è di circa 23,5 metri di diametro. La pianta richiama l'omonima chiesa di Costantinopoli: al centro ha sei colonne prelevate, forse, dall'antico Tempio di Iside, sono disposte ai vertici di un esagono e collegate da archi che sorreggono la cupola. L'esagono è circondato da un anello decagonale con otto pilastri di pietra calcarea bianca e due colonne ai fianchi dell'entrata. La zona delle tre absidi è circolare, ma nella porzione centrale ed anteriore le mura disegnano parte di una stella, interrotta dal portone, con quattro nicchie ricavate negli spigoli.

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