venerdì 14 ottobre 2011

La bottega del Caravaggio dell'Età della Pietra

La conchiglia utilizzata come contenitore di colore
Pestelli, macine in pietra, conchiglie utilizzate come barattoli per la pittura e tracce di ocra, tutto al loro posto da 100.000 anni: ecco lo "studio" di un pittore dell'età della pietra. Il ritrovamento è avvenuto in Sud Africa ed è stato annunciato sulla rivista "Science" dal ricercatore Christopher Henshilwood dell'Università di Witwatersrand a Johannesburg. Del gruppo fa parte anche l'italiano Francesco d'Errico.
La bottega del pittore paleolitico è stata scoperta nella grotta di Blombos e contiene tutti gli utensili per produrre l'ocra, tra cui le conchiglie di abalone, chiamata anche "orecchio di mare", i più antichi contenitori di pittura finora scoperti. Una delle conchiglie era anche chiusa da un ciottolo che aveva la funzione di coperchio. Sono state rinvenute anche pezzi d'ocra con tracce di uso. Tutto, nella grotta, sembra essere rimasto a 100.000 anni fa, ricoperto solamente dalla sabbia, portata nella grotta dal vento.
Sui fondi delle conchiglie sono stati ritrovati residui di pittura, una mistura di rosso ottenuta dall'amalgama di polvere di ocra, midollo e carbone. I ricercatori ritengono che il pigmento si otteneva sfregando pezzi di ocra su lastre di quarzite oppure frantumando schegge di ocra. La polvere che si otteneva, di colore rosso, veniva mescolata ad altri ingredienti, al tutto si univa del liquido e grasso animali. La pittura così ottenuta era, forse, utilizzata dai primi Homo Sapiens per dipingere i loro corpi oppure le pareti delle caverne nelle quali vivevano.

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