giovedì 25 aprile 2013

Tirinto e la scomparsa dei Micenei

Le mura ciclopiche di Tirinto
I Micenei, che hanno ispirato le leggende descritte nell'Iliade e nell'Odissea, scomparvero bruscamente dal panorama della storia nel 1200 a.C.. Dopo di loro iniziò una fase chiamata Medioevo Ellenico.
La scomparsa dei Micenei è un mistero. Alcuni ricercatori propongono un conflitto con ignoti invasori oppure una sommossa delle classi inferiori contro i governanti. Alcuni scienziati, però, pensano che sia stato un terremoto la causa della scomparsa di questa popolazione. Dalle rovine di un palazzo fortificato di Tirinto gli archeologi si aspettano di trovare la conferma alla loro ipotesi.
Tirinto era una delle più grandi città micenee. Sulla cima di una collina calcarea i Micenei avevano costruito un palazzo con mura ciclopiche, così dette per l'enorme spessore. Le pareti avevano circa 10 metri di altezza e 8 metri di spessore. Ciascun blocco pesa intorno alle 13 tonnellate.
Il sismologo dell'Università di Colonia Klaus Hinzen ha ricostruito, con l'aiuto di alcuni colleghi, un modello in 3D di Tirinto, basato su alcune scansioni laser delle strutture rimaste in superficie. I ricercatori hanno, come obiettivo, di determinare se il crollo delle possenti mura sia stato causato o meno da un sisma potentissimo. La scansione geofisica dei sedimenti e degli strati di roccia sotto la costruzione fornirà informazioni agli studiosi sia di ingegneria che di geologia.
L'Acropoli di Tirinto
Il lavoro non si presenta facile in quanto alcuni blocchi del palazzo furono rimossi dall'archeologo dilettante Schliemann nel 1884 e dopo i restauri del XX secolo ne furono tolti altri. Comunque già i primi risultati mostrano sezioni di mura disponibili per le analisi. I geologi si serviranno, inoltre, di una tecnica, la luminescenza ottica, per sondare il terreno sotto i blocchi e capire se le pareti sono crollate tutte nello stesso momento, come quando avviene durante un terremoto.
La letteratura non aiuta: non vi sono documenti scritti del declino della civiltà micenea a causa di un terremoto, né sono state tramandate leggende orali. L'abitudine dei micenei di costruire le loro fortezze sulla cima di colline calcaree, inoltre, è piuttosto deleteria, in caso di terremoti anche lontani. Geologi ed archeologi si ripromettono di studiare anche l'antica città micenea di Midea.
Tirinto venne abitata sin dal periodo Neolitico (VII-IV millennio a.C.) di cui resta traccia nel materiale di scavo (ceramica minuta) e rimase abitata ininterrottamente fino alla costruzione dell'imponente cittadella fortificata micenea.
Tirinto, particolare delle mura ciclopiche
I primi rilevanti ritrovamenti architettonici appartengono all'Età del Bronzo (III millennio a.c.) e sono costituiti da grandi blocchi di edifici che si adattano alla pendenza del terreno e che sono disposti attorno ad una struttura circolare del diametro di 27-28 metri. Quest'ultima è stata interpretata come uno spazio adibito a funzioni amministrative.
Tra il 1900 e il 1600 a.C. il terreno sull'Acropoli venne spianato e destinato all'edificazione, ma è piuttosto difficile, per gli archeologi, indagare questa fase, in quanto si sono sovrapposte, ad essa, altre fasi costruttive.
Il periodo aureo di Tirinto arriva con i Micenei (1600-1050 a.C.), quando le fortificazioni vengono completate e con esse anche l'Acropoli, alla quale si accedeva attraverso una rampa di 47 metri di lunghezza, posta sul lato orientale. Un grande portale, che ricorda la famosa Porta dei Leoni di Micene, è il punto di ingresso del percorso verso il Palazzo. Grandi e piccoli ingressi, cortili e corridoi immettevano in un cortile centrale percorso, su tre lati, da un peristilio mentre sul lato sud si sviluppava il megaron. A nord si trovava l'ingresso alla sala del trono preceduta da un piccolo peristilio. Nell'ala occidentale del megaron, invece, si trovavano gli appartamenti della famiglia reale mentre l'ala orientale era riservata alle donne. Sono state rinvenute, in tutti questi ambienti, complesse ed elaborate pitture.

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