domenica 15 dicembre 2013

Il lungo viaggio del Galata morente

Il Galata morente, custodito ai Musei Capitolini di Roma
Per la prima volta una delle più importanti e famose opere d'arte dell'antichità, il Galata morente, risalente al I-II secolo d.C., è esposto all'estero, in mostra dal 12 dicembre 2013 al 16 marzo 2014 negli Stati Uniti, nella National Gallery of Art di Washington.
La scultura raffigura un guerriero gallico poco prima della sua morte, con il volto sconvolto dal dolore per una ferita mortale ricevuta al petto. La scultura venne ritrovata nei giardini di Villa Ludovisi a Roma, con un'altra scultura, quella del Gallo che uccide la moglie e si suicida. Furono rinvenuti durante gli scavi di fondazione della villa, tra il 1621 e il 1623. Si tratta di copie romane di originali greci in bronzo del III secolo a.C., che dovevano commemorare la vittoria di Attalo I di Pergamo sui Galli. Non si conosce esattamente l'identità del geniale scultore, alcuni parlano di Epigono, artista al servizio dei sovrani di Pergamo tra il 263 e il 197 a.C..
In origine la scultura, ed altre ad essa simili, quali il Galata suicida, erano poste su un alto basamento circolare, quasi al centro della terrazza del monumento pergameno. Il Galata morente indossa il tòrques, un collare di metallo ritorto utilizzato dalle popolazioni galliche.
La zona di Villa Ludovisi era occupata, nell'antichità, dalle residenze lussuose delle ricche famiglie romane e coincideva, più o meno, con la zona degli Horti Sallustiani appartenuti a Cesare, in seguito allo storico Sallustio e poi entrati a far parte del demanio imperiale. Molti studiosi ritengono che il Galata facesse originariamente parte della decorazione degli Horti.
Particolare del volto del Galata morente
Inizialmente le sculture non furono identificate come raffigurazioni di guerrieri gallici. Le prime testimonianze, risalenti al 1623, parlano di un gladiatore morente, per quanto riguarda il Galata. In seguito, la presenza di una tromba alla base della scultura indusse l'archeologo e storico dell'arte Johann Winckelmann (1717-1768) a individuare nella possente scultura un araldo greco. Si dovette aspettare qualche anno perché la scultura fosse riconosciuta per quello che era realmente. Allora la fama del Galata morente si diffuse rapidamente, grazie anche ad un'incisione dell'artista francese François Perrier. Nel 1737 la scultura fu acquistata da papa Clemente XII per il Museo Capitolino e qui restò fino al 1797, quando per volontà di Napoleone venne ceduta ai francesi e raggiunse Parigi per essere esposta durante l'inaugurazione del Musée Central des Arts il 9 novembre 1800. Da qui venne rimossa, grazie anche all'interessamento di Canova, nel 1815. Tornò a Roma nel 1816, dove venne ricollocata nel riorganizzato Museo Capitolino in una stanza appositamente dedicata.
Copie a dimensioni reali furono commissionate dal re Filippo IV di Spagna (1621-1665) e da Luigi XIV di Francia (1661-1715).

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