sabato 17 maggio 2014

Apollo e....il topolino

La testa di Apollo ritrovata nel Foro Romano (Foto: Il Messaggero)
Seguendo le tracce di un roditore che si era scavata la tana nel Foro Romano, gli archeologi hanno ritrovato, ad una profondità di 3,50 metri, una grande testa di divinità. Il topo aveva scavato la sua tana lungo le pareti dell'antichissimo condotto fognario sotto la via Sacra.
La testa marmorea ritrovata appartiene ad una statua del dio Apollo ed è più grande del naturale. E' stata datata alla piena età imperiale (I-II secolo d.C.) e costituisce uno dei ritrovamenti più emozionanti degli ultimi venti anni di scavo. La scoperta è stata fatta durante i lavori di restauro e consolidamento del condotto che dall'arco di Tito si collega alla Cloaca Maxima.
Patrizia Fortini, responsabile per la Soprintendenza ai beni archeologici di Roma del Foro Romano, ha dichiarato: "La grandezza della testa rivela che doveva appartenere ad una statua molto importante, esposta non in un semplice sacello, ma in un rilevante luogo di culto: un tempio, un santuario dell'area del Foro".
La testa del dio ha una capigliatura decorata con una fascia che trattiene grandi ciocche di capelli. Gli studiosi sono certi che si tratti della replica in marmo di un bronzo greco. La tipologia della testa è vicina a quella delle teste di Apollo in terracotta di età augustea, ritrovate nella zona dove, un tempo, sorgeva la Casa di Augusto, teste ora custodite al Museo Palatino. Tipici di Apollo sono i lineamenti quasi femminei, androgini, al punto che, al momento del ritrovamento, la testa marmorea era stata attribuita ad una statua di Diana.
"Non sono molte le testimonianze di nuovi documenti statuari. - Ha detto la Dottoressa Fortini. - La testa è la prima scoperta importante degli ultimi anni che arricchisce il panorama delle conoscenze sulla statuaria di età imperiale legata al contesto di Foro e Palatino". Era proprio in questa zona che avevano dimora i primi imperatori di Roma, il cuore politico dell'Urbe. Per questo il ritrovamento di questo prezioso reperto è particolarmente importante e può collegarsi al culto di Augusto.
Il condotto nel quale è stata trovata la testa, venne scavato nel 1900 da Giacomo Boni, gli odierni restauri si avvalgono delle piante e sezioni lasciate dall'archeologo. L'esplorazione del condotto sotto la Via Sacra si inserisce in un più articolato piano di revisione dell'antico sistema fognario dell'area del Foro Romano. "La fognatura sotto la Via Sacra ha una datazione variabile dal I secolo a.C. all'età augustea, con restauri antichi di età imperiale. - Ha affermato l'architetto della Soprintendenza Maria Grazia Filetici, responsabile del progetto. - I lavori avviati in questo settore rientrano in un progetto di messa in sicurezza del sistema di smaltimento delle acque, sia meteoriche sia nere, per evitare che l'acqua continui a corrodere le strutture archeologiche".
E' stato, in particolare, l'archeologo Edoardo Santini a fare la fortunata scoperta: si è calato nel condotto largo un metro per intervenire su un tratto murario della fogna a circa 20 metri dall'Arco di Tito, che aveva subito pesanti distacchi. Nel buio, all'incerta luce di una torcia, alla profondità di circa 3,50 metri, l'archeologo si è reso conto che dietro il muro c'era la tana di un topo. Si è infilato per provare a ripulire la cavità e, muovendo la terra, è cominciato ad apparire qualcosa che faceva da parete alla tana. Prima i capelli, poi gli occhi, poi la testa intera. Dopo il restauro la testa di Apollo sarà esposta al pubblico.

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