lunedì 19 maggio 2014

Latrine e vecchi graffiti nel Sudan

El-Ghazali, la chiesa settentrionale (Foto: Miron Bogacki)
In una chiesa nubiana nel Sudan settentrionale sono stati trovati i resti di una grande latrina e diversi graffiti. La chiesa è il monastero cristiano dell'oasi di El Ghazali, a circa 15 chilometri dalla città di Merowe, in una regione conosciuta per le piramidi dei Faraoni Neri. Il monastero è stato scoperto nel 1821 ed è stato scavato tra il 1953 ed il 1954.
La chiesa è piuttosto grande per gli standard della Nubia medioevale, misurando 28,10 metri di lunghezza e 13,9 di larghezza. E' stata costruita con mattoni di fango ed aveva la tipica disposizione delle chiese medioevali nubiane, un'architettura basilicale a tre navate, l'interno era intonacato e coperto di graffiti.
Una squadra di archeologi e restauratori polacchi ha appena completato una missione di tre mesi nella regione. Si aspettavano di trovare un cimitero, facente parte del complesso monastico bizantino, dove dovevano essere sepolti i personaggi più eminenti della comunità che qui viveva. La scoperta delle latrine del monastero medioevale è stata una vera e propria sorpresa.
Le latrine poste lungo la parete orientale del monastero
(Foto: Artur Obluski)
Lungo la parete est del monastero gli archeologi hanno riportato alla luce una fila di 15 servizi igienici, che non hanno fatto altro che comprovare che il vicino monastero era abitato da una folta comunità di monaci e visitato da molti pellegrini. Un gruppo di restauratori ha lavorato fianco a fianco agli archeologi, i loro sforzi si sono concentrati soprattutto sulla pulizia e la messa in protezione dell'intonaco della chiesa, che risale alla prima metà del VII secolo d.C.
Le pareti della chiesa erano coperte da uno spesso strato di fango che, una volta asportato, ha restituito l'aspetto originario delle pareti, di un bianco quasi abbagliante. Talmente tanto abbagliante che gli archeologi ed i restauratori hanno dovuto lavorare al mattino presto o nel tardo pomeriggio.
Orlo di vaso con, graffito, il nome Angeloforos (Foto: M. Korzeniowska)
La pulizia delle pareti ha permesso anche di scoprire decine di iscrizioni precedentemente sconosciute e disegni raffiguranti santi e immagini del Cristo. Lo studio delle iscrizioni è stato affidato al Dottor Grzegorz Ochala, dell'Università di Varsavia. I primi risultati delle sue analisi mostrano che, come in molti altri luoghi della Nubia, il culto degli angeli era estremamente popolare ad El-Ghazali. Sulle pareti della chiesa, infatti, il Dottor Ochala ha individuato i nomi dei quattro arcangeli: Michele, Gabriele, Raffaele ed Uriel.
Gli archeologi hanno anche scoperto una ciotola in ceramica che reca inciso il nome di un sacerdote: Angeloforos, letteralmente "colui che porta la notizia". Secondo il Dottor Ochala anche questo nome sottolinea ulteriormente la venerazione per gli angeli.
El-Ghazali è uno dei due più importanti luoghi di culto della Nubia medioevale situati al di fuori della Valle del Nilo. Il monastero si trova nel Wadi Abu Dom, la valle che attraversa il deserto di Bajuda, un tempo frequentata via commerciale dell'Africa nordorientale. La dimensione del complesso monastico è pari a quella del monastero di Santa Caterina in Egitto.

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