domenica 24 agosto 2014

Sorprese dagli scavi di Carsulae

Archeologi al lavoro a Carsulae
(Foto: Il Messaggero-Umbria)
Le rovine della città di Carsulae stanno offrendo agli archeologi nuove prospettive. Si è conclusa la terza campagna di scavo nel quartiere nordest del sito della cittadina, che ha permesso di raddoppiare la superficie sulla quale quest'ultima si estendeva.
In particolare sono tornate alla luce diverse murature pertinenti, pensano gli archeologi, alle botteghe ed ai negozi di età augustea che si affacciavano sulla via Flaminia. Sicuramente, però, la scoperta più interessante e importante è quella che riguarda una strada finora sconosciuta, delimitata da due cordoli che dividevano la parte percorribile da parte dei carri dalla parte riservata al passaggio dei pedoni. Quest'ultima era lastricata da grandi lastre in travertino. La strada era stata tagliata e collegata con alcuni ambienti. Gli archeologi la collocano, temporalmente parlando, al II-I secolo a.C., mentre gli ambienti ai quali è collegata sono di epoca augustea (I secolo d.C.).
Questa eccezionale scoperta porta a pensare che l'area di Carsulae abbia subito, in età augustea, un importante riordino urbanistico che ne ha modificato l'aspetto. Le operazioni di scavo sono state finanziate dalla Fondazione Carit ed hanno impegnato gli studenti delle Università della Tuscia e di Perugia unitamente ai loro colleghi dell'Università di Sidney.
Tratto della Flaminia all'interno
dell'area archeologica di Carsulae
La campagna di scavi precedente all'attuale aveva riportato alla luce, oltre a strutture anch'esse sconosciute, una maschera teatrale in marmo, bronzi, monete e ceramiche, queste ultime prodotte in una piccola fornace di età augustea. La maschera teatrale è in fase di restauro da parte della Soprintendenza di Perugia ed era stata utilizzata come tamponatura in epoca tardo imperiale.
L'attuale campagna ha restituito anche le tessere rosa su sfondo bianco di un prezioso mosaico lungo almeno due metri. Il mosaico presenta anche delle figure non ancora ben leggibili, poiché ricoperte dalle concrezioni di calcio, che gli archeologi credono essere dei mostri marini che adornavano il pavimento delle antiche terme. Si tratterebbe delle stesse decorazioni menzionate in una lettera al papa del 1783 quando, molto probabilmente, le terme erano ancora visibili. Oltre al mosaico i ricercatori stanno riportando lentamente alla luce le fornaci (almeno cinque e di grandezza considerevole) in cui si ardeva la legna per riscaldare gli ambienti termali.
Le antiche terme si trovavano all'interno dell'area sacra con funzione probabilmente curativa. Si ritiene fossero riservate alle donne, dal momento che quanto è stato finora ritrovato all'interno dell'area da esse occupata è riferibile al mondo femminile: fermagli per capelli in osso, monete, frammenti di vetri di quelli che dovevano essere unguentari, un braccio in miniatura riferibile ad un oggetto votivo in bronzo.

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