martedì 18 novembre 2014

Il misterioso proprietario del Mausoleo di Anfipoli

Ricostruzione della sepoltura di Anfipoli (Foto: The Greek Reporter)
Il Mausoleo di Anfipoli appassiona studiosi e profani per quello che va rivelando ad ogni centimetro "rubato" alla terra e per quello che potrebbe significare per la storia del mondo occidentale. Recentemente sono state scoperte delle ossa, all'interno della fastosa tomba. L'analisi condotta avvalora le ipotesi che il "proprietario" di queste ossa doveva avere la pelle chiara ed una statura non elevata. Probabilmente si tratta di un importante generale macedone. Sarà il Dna a svelare se, eventualmente, fosse anche imparentato con la casa regnante macedone.
Alcuni degli oggetti ritrovati nella tomba di Anfipoli
(Foto: Associated Press)
Gli esperti, in realtà, si sono spinti anche oltre: hanno ipotizzato che il defunto avesse gli occhi azzurri ed i capelli castani o rossi. Come Alessandro Magno. Le analisi parlano di un uomo originario della Tracia, una regione a nordest della Grecia. Un mosaico scoperto a Pella mostra Alessandro Magno come un giovane uomo dai capelli rossi e fonti contemporanee parlano di capelli "dorati" o "ramati".
La Professoressa Katerina Peristeri, responsabile dello scavo del Mausoleo di Anfipoli, ritiene che il defunto fosse un importante generale. Malgrado la tomba sia stata depredata, sono rimaste tracce dello splendido corredo che conteneva.
La testa di una delle sfingi del Mausoleo di Anfipoli
(Foto: Assicuated Press)
Alessandro morì a Babilonia, ma il luogo in cui venne effettivamente sepolto è rimasto un mistero. Ora gli scienziati si propongono di paragonare il Dna estratto dai resti dell'uomo sepolto nel Mausoleo con quelli delle ossa di Filippo II, sepolto a Vergina. Filippo II, padre di Alessandro, venne bruciato e le analisi sul Dna vennero fatte alcuni decenni fa.
Il corpo del defunto le cui ossa sono state ritrovate nel Mausoleo di Anfipoli, era stato sepolto in un sarcofago di legno che, con il tempo, si è disintegrato. Sparsi nella tomba sono state ritrovate decorazioni in osso e vetro del sarcofago ligneo. Sicuramente la magnifica sepoltura indica che il defunto venne adorato, in vita ma anche dopo morto, come una divinità. E altrettanto sicuramente si trattava di una figura di primo piano nella società macedone dell'epoca.
Il Professor Michailis Tiverios, professore di archeologia all'Università di Salonicco, ritiene che i resti potrebbero appartenere a Nearchos, uno dei più stretti collaboratori di Alessandro, che guidò la flotta del macedone lungo tutta la sua campagna di espansione in Asia. Nearchos era cresciuto proprio ad Anfipoli.

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