giovedì 12 febbraio 2015

I semi del vino del Negev

I semi ritrovati ad Halutza, nel Negev (Foto: Israel Antiquities Authority)
Sono stati trovati, per la prima volta in Israele, dei vinaccioli di epoca bizantina. Questi vinaccioli sono stati utilizzati per produrre il vino del Negev, uno dei vini più rinomati dell'impero bizantino. I semi carbonizzati hanno circa 1500 anni di età e sono tornati alla luce negli scavi di Halutza, nel Negev, dove lavorano, ad uno scavo congiunto, l'Università di Haifa e la Israel Antiquities Authority.
I ricercatori si propongono, ora, di ricreare l'antico vino per poter capire cosa ha fatto sì che questa bevanda venisse considerata preziosa e prelibata. Il vino del Negev, o vino di Gaza dal porto dal quale veniva spedito per tutto l'impero, è noto attraverso fonti bizantine. Era considerato un vino di qualità estremamente elevata e per questo molto costoso. Purtroppo, però, il vitigno non è sopravvissuto fino ai nostri giorni.
Duranti scavi precedenti nel Negev, gli archeologi hanno scoperto le terrazze dove alloggiavano i vitigni, le cantine dove veniva prodotto il vino e le anfore in cui il prezioso liquido era conservato ed esportato ma mai fino ad ora erano tornati alla luce i vinaccioli.
Halutza, nel suo periodo di massimo splendore, era una città bizantina tra le più importanti del Negev. I suoi edifici pubblici, purtroppo, non sono sopravvissuti ai furti di pietre, asportate per altre costruzioni. Per fortuna gli archeologi hanno potuto disporre di una discarica per i rifiuti. Ceramiche e monete false scoperte in quest'ultima hanno datato la discarica al VI-VII secolo d.C., quando la città di Halutza era al culmine della sua fortuna. Il crollo della città, per cause ancora da comprendere, portò all'arresto dello smaltimento dei rifiuti.
Nella discarica sono stati trovati resti biologici, tra i quali ossa di animali, lische di pesce del Mar Rosso e frutti di mare. Ma il ritrovamento eccezionale sono stati i piccoli semi d'uva carbonizzati. Non è stato facile individuarli: sono stati utilizzati metodi di scavo estremamente rigorosi e raffinati che comprendono una vagliatura fine e la flottazione dei resti botanici. La prossima fase dello studio è quella di sequenziare il Dna dei semi e, in questo modo, scoprire la loro origine.

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