giovedì 19 febbraio 2015

Sant'Albano Stura, Longobardi d'Italia

Uno dei reperti recuperati dalla necropoli di S. Albano Stura
Lo straordinario ritrovamento nella necropoli longobarda di Sant'Albano Stura potrebbe riscrivere la storia del periodo longobardo. Proprio questo ritrovamento è oggetto di un incontro di studi organizzato dalla delegazione FAI di Cuneo con la la collaborazione della Soprintendenza ai Beni Archeologici del Piemonte, che si svolgerà il 21 febbraio.
Nel 2009, durante i lavori per la realizzazione di un tunnel dell'autostrada Cuneo-Asti, nel comune di Sant'Albano Stura, gli operai trovarono, in modo del tutto inaspettato, reperti dell'alto medioevo. Si trattava di una necropoli longobarda che, una volta intrapreso lo scavo, si è rivelata estremamente estesa, comprendendo 776 tombe.
In molte sepolture il corredo funebre era ben conservato e questo ha consentito di poter risalire al sesso e allo status sociale dei defunti, dei quali non sono pervenuti resti ossei a causa della composizione del terreno. I lavori di scavo sono stati seguiti dalla Soprintendente per i Beni Archeologici del Piemonte, Dottoressa Egle Micheletto.
La necropoli di S. Albano Stura (Foto: G. Lovera)
Questa vasta necropoli, datata ad un periodo compreso tra il VII e l'VIII secolo d.C., porta a pensare che vi fosse, non lontano, un insediamento piuttosto importante, del quale, finora, non si è avuta notizia e traccia. I corredi funebri sono stati restaurati e studiati, in modo da indagare gli stili di vita e le trasformazioni sociali di questa comunità.
Le donne più agiate di questa comunità longobarda erano accompagnate, nel loro ultimo viaggio, da monili in oro e da complessi elementi di abbigliamento. Gli uomini adulti liberi avevano spade e accessori. Sono stati trovati anche oggetti di uso quotidiano quali coltellini, fusaiole, acciarini, cesoie e pettini in osso. Alcuni oggetti e la presenza di "cassette della morte", di tradizione germanica (identificate grazie alla presenza di quattro buche di palo agli angoli) rimandano alla cultura longobarda e alla presenza di un ceto benestante composto da diversi individui.
Fibule ad "S" dalla necropoli di S. Albano Stura
(Foto: G. Lovera)
La presenza di un numero elevato di defunti nella necropoli è un evento eccezionale per l'Italia longobarda, dal momento che allude ad una fiorente comunità stanziata sulle rive del fiume Stura, comunità che era, probabilmente, ben integrata con gruppi "indigeni". Le fibule raccolte dalle sepolture femminili sono del tipo ad "S" e rimandano al mondo longobardo. In una delle sepolture - la tomba 479 - vi è un singolo esemplare insolitamente dotato di pendenti, che rimanda a contaminazioni con il mondo mediterraneo. Contaminazioni che possono altresì leggersi nelle fibule zoomorfe e negli orecchini di diverse forge. Tra le sepolture, 48 hanno restituito cinture per la sospensione delle armi con guarnizioni in ferro, decorate con intrecci animalistici di ambiente germanico.
Delle sepolture presenti, 46 appartenevano con sicurezza a guerrieri, altre a civili, bambini e donne. Circa quaranta sono le collane con vaghi in pasta vitrea e ambra recuperate dal contesto sepolcrale unitamente a braccialetti, fibule, orecchini in oro e argento, armillae in bronzo, punte di lancia e monete.

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