martedì 11 agosto 2015

Vichinghi, islandesi e problemi di ossa...

Lo scheletro di un bambino trovato ad Hofstadir (Foto: H. Gestsdottir)
Nel nord dell'Islanda, in una piccola fattoria fuori mano, gli archeologi hanno scavato e recuperato un centinaio di scheletri che ora stanno contribuendo a riscrivere la storia della popolazione vichinga e medioevale dell'isola.
La presenza umana sull'isola non data anteriormente al IX secolo d.C., quando i Vichinghi raggiunsero l'Islanda dalla Scandinavia. L'esame degli isotopi di stronzio che la bioarcheologa Hildur Gestsdottir ha condotto sui primi scheletri trovati sull'isola ha rivelato che la maggior parte dei defunti proveniva dalla Scandinavia o dal nord Europa. Nel giro di un secolo i Vichinghi si erano stabilmente insediati in tutte le zone più fertili dell'Islanda, anche se - ed in questo gli studiosi concordano - occuparono per prime le zone costiere e si spinsero in seguito nell'interno.
Nella ricerca il sito di Hofstadir, dove sono stati trovati gli scheletri, è piuttosto interessante, anche per la sua posizione ad ovest del lago Myvatn, nel nord dell'Islanda. La fattoria venne costruita intorno al 950 d.C., al culmine dell'occupazione vichinga dell'isola. Si tratta della più grande e più antica abitazione di questa popolazione trovata fino ad oggi. Questa costruzione era decorata con crani di mucche.
Nel 1100 la costruzione di una chiesa ad Hofstaoir segna la transizione religiosa dal paganesimo al cristianesimo, Nel cimitero ottagonale che circonda la chiesa sono stati trovati gli scheletri di 120 individui: si tratta, con tutta probabilità, dei primi Vichinghi convertiti al cristianesimo. Cosa più importante ancora è che si tratterebbe di tutti individui facenti parte di una grande famiglia di agricoltori.
Il sito di Hofstadir ripreso da un drone (H. Gestsdottir)
La Dottoressa Gestsdottir è particolarmente interessata allo studio di questa vasta famiglia, a quello che l'analisi degli scheletri può rivelare sulla sua composizione, su come i suoi membri hanno interagito tra di loro e con l'ambiente. Attraverso lo studio sulle e ossa e sulle loro malformazioni, in particolare l'osteoartrite, la Dottoressa Gestsdottir è stata in grado di ricostruire i legami genetici tra gli individui, trovando le prime prove evidenti del primo nucleo familiare islandese.
La bioarcheologa ha notato l'alta frequenza di osteoartrite in alcune famiglie islandesi ed ha trovato una famiglia in cui questa patologia è dovuta ad una mutazione genetica molto rara. L'antica popolazione di Hofstadir, in particolare, presenta un'alta incidenza di osteoartrite. Poiché i primi islandesi erano tutti agricoltori impegnati in attività più o meno simili, la Dottoressa Gestsdottir ha concluso che più che un uso eccessivo delle articolazioni, è l'ereditarietà ad essere la causa di un così alto numero di persone affette da osteoartrite tra quelle sepolte a Hofstadir.
Questa comunanza di una patologia piuttosto particolare ha condotto la studiosa ad affermare che le persone sepolte ad Hofstadir fanno parte di una stessa famiglia biologica. La Dottoressa Gestsdottir spera di poter presto studiare il Dna di questo nucleo familiare allargato. La mortalità infantile, come ci si aspettava, era piuttosto alta ma una volta che si era superata l'infanzia, ad Hofstadir si poteva vivere a lungo e molti individui sembra siano riusciti a sopravvivere pur avendo malattie piuttosto gravi.
Su uno scheletro femminile, per esempio, sono state trovate prove di mieloma multiplo, un tumore che colpisce le cellule del plasma. La donna lo ha contratto anni prima di morire. E' l'unico caso accertato di un antico tumore in Islanda, almeno finora.

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