venerdì 18 dicembre 2015

Trovato un relitto di fronte Alassio

Una delle anfore ritrovate nel relitto di Alassio (Foto: Ansa)
A 25 metri di profondità ed a 5 miglia dalla costa di Alassio, in Liguria, è stato scoperto un antico relitto romano, risalente al I-II secolo d.C. Si tratta, secondo il Dottor Simon Luca Trigona, che ha guidato la squadra di archeologi subacquei autori della scoperta, del quinto relitto scoperto in acque profonde del Mediterraneo ed il primo ad essere ritrovato al largo della costa ligure. L'imbarcazione trasportava un grosso carico di garum, al momento del naufragio. La scoperta è dovuta ai carabinieri del centro Subacquei di Genova Voltri, coadiuvati da un robot filoguidato di nome Pluto. Il relitto giace a circa 200 metri di profondità.
La presenza di un'antica nave sul fondo marino venne segnalata già nel 2012, quando pescatori locali rinvennero frammenti di alcuni vasi che avevano fatto parte dell'imbarcazione. Quest'ultima, secondo gli archeologi, stava navigando lungo la rotta Italia, Spagna e Portogallo per imbarcare e distribuire il suo prezioso carico. Che si trattasse di garum lo si è scoperto dopo aver analizzato i residui presenti su una delle anfore riportate in superficie da un robot.
Il garum era una salsa molto apprezzata dai Romani per le sue qualità nutritive ed era un'ottima fonte di glutammato monosodico, un composto largamente utilizzato nell'industria moderna come esaltatore di sapidità. Oltre alle anfore per il garum, gli archeologi hanno individuato alcuni contenitori fabbricati solamente nella zona intorno al Tevere. Si pensa che trasportassero ottimi vini regionali in Spagna. "Si tratta di una nave di lungo commercio che proseguiva delle rotte mediterranee dal sud della Spagna, probabilmente da Cadice a Roma. Sembra molto probabile che fosse partita dal porto di Ostia per la presenza di una coppia di anfore di probabile produzione umbro-laziale, non destinate solitamente al commercio a distanza, ma riservate al rifornimento della capitale", ha affermato il Dottor Trigona.
Si pensa che la nave abbia percorso il Tevere e sia affondata in mare aperto poiché appesantita dal suo prezioso carico e coinvolta in una tempesta. Gli archeologi prevedono diverse altre analisi del relitto ed hanno sollecitato le autorità competenti affinché vigilino sull'importante ritrovamento.

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