giovedì 1 settembre 2016

Beghe private nella terra del Nilo

Parte del Libro dei Morti (Foto: realmofhistory.com)
Contrariamente agli antichi testi greci e romani, i testi egizi non sono generalmente accessibili al pubblico, poiché non vi sono molte opere in geroglifico tradotte. Un accademico di Cambridge, nonché egittologo, Toby Wilkinson, ha cercato di sopperire a questa mancanza con il suo lavoro. Egli ha esaminato molti testi geroglifici ritrovati sulle pareti delle sepolture e nei papiri. Il suo lavoro ha preso in considerazione gli aspetti più comuni della storia del Paese del Nilo.
Ad esempio, uno dei testi tradotti da Wilkinson sono le "Volontà di Naunakht", che narra della storia di un'anziana donna egizia e delle sue ultime volontà. Riflettendo sullo status sociale relativamente elevato della maggior parte delle donne libere della società egizia, Naunakht ha deciso di non lasciare a tutti i suoi otto figli le terre che possedeva. Alcuni di essi vennero, infatti, diseredati per aver trascurato Naunakht nei giorni della sua vecchiaia.
Dal punto di vista storico Naunakht è probabilmente vissuta a Tebe durante il tardo periodo del Nuovo Regno e si sposò due volte: prima con uno scriba e poi con un operaio delle necropoli. Il suo ultimo testamento è stato redatto nel novembre 1147 a.C. Scrive Naunakht: "Quanto a me, sono una donna libera nella terra del faraone. Ho partorito questi otto servi tuoi e ho dato loro una famiglia, come avviene abitualmente. Ma sono diventata vecchia ed essi non hanno cura di me. Chi mi ha dato una mano, quello avrà la mia proprietà; a chi non mi ha assistita, non darò niente".
Nel testamento Naunakht ha scelto il preferito tra gli eredi, pur non pretendendo niente da lui. A lui lascerà una ciotola di rame e dieci sacchi di farro. Inoltre si preoccupa di "danneggiare" ulteriormente gli esclusi che, in futuro, potrebbero impugnare il suo testamento, mettendo nero su bianco che sia comminata una punizione di cento colpi e la confisca di quanto avessero ricevuto da lei qualora si azzardassero a non rispettare le sue volontà.
Ottocento anni prima di Naunakht, in una lettera, un contadino di nome Heqanakht (1930 a.C. circa) mostra la preoccupazione per il raccolto e la cura di quanto seminato, ma anche la preoccupazione per l'aggressività di una sua serva nei confronti della propria moglie, della quale chiede conto all'intendente ai raccolti perché intraprenda, nei confronti della donna, una qualche azione. 

Fonte:
realmofhistory.com

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