domenica 29 gennaio 2017

Winchester, il pellegrino e la lebbra in Europa

Lo scheletro del pellegrino analizzato dai ricercatori
(Foto: S. Roffey)
Uno dei lebbrosi sepolti nel cimitero dell'ospedale di Santa Maria Maddalena a Winchester era, con tutta probabilità un pellegrino che può aver viaggiato in tutta Europa, compresa Santiago de Compostela. L'analisi dei suoi resti getta nuova luce sulla diffusione della lebbra in Europa e su come veniva curata in epoca medioevale.
La sepoltura dell'ignoto pellegrino è stata scavata nel corso di un progetto archeologico più ampio, nei pressi del lebbrosario di Santa Maria Maddalena, dove sono state scoperte oltre 100 sepolture individuali. Il pellegrino è stato identificato per la presenza, nella sua tomba, di una conchiglia, un simbolo ben documentato del pellegrinaggio a Santiago de Compostela. Si tratta della prima sepoltura di un pellegrino affetto da lebbra documentata in Europa occidentale, che è uno dei motivi per i quali gli archeologi hanno deciso di analizzarla dettagliatamente.
La conchiglia forata, simbolo del pellegrinaggio a Santiago de Compostela
(Foto: S. Roffey)
Il lebbrosario di Santa Maria Maddalena a Winchester è il primo ospedale di lebbra scientificamente accertato in Europa occidentale. Alcune fonti ne documentano altri simili nel circondario, ma finora non ne è stata trovata alcuna prova archeologica. L'ospedale risalirebbe all'XI secolo e venne istituito per rispondere all'emergenza della lebbra che si stava diffondendo in Europa. La datazione al radiocarbonio suggerisce che il pellegrino la cui sepoltura è oggetto attualmente di indagini, sarebbe morto nei primi anni del XII secolo, pochi decenni dopo l'istituzione dell'ospedale.
Il sito è unico, nel Regno Unito, per l'elevato numero di sepolture i cui resti scheletrici riportano le caratteristiche lesioni della lebbra: almeno l'86% degli scheletri presentano questi segni. Poiché la lebbra si manifesta in due forme, una delle quali non lascia tracce sulle ossa, può darsi che il resto degli individui sepolti insieme al pellegrino siano stati anch'essi affetti dalla terribile malattia.
"Un elevato numero di scheletri recanti segni di lebbra sepolti in un unico luogo, suggeriscono che le persone che lavoravano in quest'ospedale sapevano perfettamente cosa stavano facendo. Sapevano come diagnosticare la lebbra e sapevano individuare chi aveva bisogno di essere curato", ha affermato Simon Roffey, lettore di archeologia medioevale presso l'Università di Winchester.
Per quel che riguarda il pellegrino oggetto di studio, il suo scheletro recava minime tracce di lebbra, limitate ai piedi e alle gambe. L'analisi del Dna ha rivelato che egli fu contagiato dalla malattia, ma che questa era solo agli inizi.
Il corpo del pellegrino (Foto: S. Roffey)
"L'idea comune sulla lebbra è quella che vuole che essa giungesse in Europa con le crociate. Tuttavia le prove archeologiche trovate nell'ospedale di Winchester sembrano suggerire che qui la lebbra si manifestò un certo numero di anni prima delle crociate, sicché abbiamo ipotizzato che il pellegrino abbia contratto la malattia in un altro modo. - Ha detto Simon Roffey. - I pellegrini viaggiavano molto, venendo a contatto con molte persone. Probabilmente hanno contratto la malattia durante i loro viaggi in Europa e l'hanno diffusa. Anche se le crociate furono il fattore determinante della diffusione della lebbra in epoca medioevale, altri "conduttori", quali i frequenti pellegrinaggi, hanno avuto una loro parte".
Gli archeologi hanno anche scoperto che la lebbra contratta dal pellegrino apparteneva ad un ceppo di solito oggi associato con casi presenti nell'Asia occidentale e centro-meridionale. Questo potrebbe indicare che la lebbra non giunse in Europa necessariamente dal Medio Oriente e durante le crociate. I ricercatori hanno anche potuto ricostruire le caratteristiche del viso e del cranio del pellegrino, giungendo a dichiarare che per la morfologia del suo cranio lo accomunava alle popolazioni dell'Europa del nord. Vale a dire che l'uomo non era di Winchester, ma non è ancora possibile identificare la regione geografica di origine.

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