domenica 9 aprile 2017

Le catacombe ad duas lauros

Noè che esce dall'arca, dalle catacombe dei Santi Marcellino
e Pietro (Foto: 30giorni.it)
La località ad duas lauros (o inter duas lauros), cioè "tra i due allori", arbusti tradizionalmente presenti presso le dimore dell'imperatore, si trova al terzo miglio dell'antica via Labicana, corrispondente all'incirca all'attuale via Casilina, nel suburbio sudorientale di Roma.
Qui vi era un vasto possedimento imperiale, il fundum Lauretum, che in epoca costantiniana ebbe un particolare rilievo. La prima utilizzazione funeraria di questa località da parte dei membri della comunità cristiana di Roma, si concentrò soprattutto nel sottosuolo, con la creazione e lo sviluppo dei primi nuclei ipogei di quella che, successivamente, diventerà una delle più estese catacombe del suburbio romano. L'origine del processo è datata al III secolo d.C., al tempo della cosiddetta "piccola pace della Chiesa", quando, dalla seconda parte del principato dell'imperatore Gallieno (260-268 d.C.), per quasi 50 anni, i rapporti tra la comunità cristiana e le autorità imperiali risultarono più distesi.
Proprio questo periodo di sostanziale pace permise alla comunità cristiana di insediarsi in prossimità del luogo dove sorgeva il cimitero di superficie degli equites singulares Augusti, corpo di cavalieri scelti destinato alla protezione dell'imperatore. Restano, di questo cimitero, le stele funerarie utilizzate come materiale da costruzione per gli edifici successivi.
La sepoltura dei santi Marcellino e Pietro (Foto: Tripadvisor)
Nella località di ad duas lauros il complesso funerario venne scavato lungo gallerie (cryptae), nelle cui pareti si ricavarono tombe a loculo, talvolta elaborate, sormontate da un arco (arcosolia). I loculi venivano, poi, chiusi con lastre di marmo o in laterizio fissate con malta, su cui veniva inciso il nome del defunto.
Nei nuclei più antichi della catacomba sono diffuse iscrizioni funerarie estremamente sintetiche, recanti il nome del defunto e formule molto semplici. I testi del IV secolo d.C., invece, sono più dettagliati, forniscono dati relativi al defunto, all'acquisto della sepoltura e alla legittimità del possesso della stessa. Lungo le gallerie della catacomba dei Santi Marcellino e Pietro si aprono stanze sepolcrali dette cubicula, riservate a famiglie oppure ad associazioni, sovente riccamente decorate.
Nel IV secolo d.C. le catacombe dei Santi Marcellino e Pietro vissero il loro apogeo, con uno sviluppo impressionante della ramificazione dei cunicoli, con lo scavo di cubicoli sempre più vasti ed articolati decorati da affreschi che è possibile ammirare ancora oggi nel loro splendore. Lo scavo era eseguito dai fossores, che al suo interno presentava un'articolata organizzazione specialistica.
Il Mausoleo di Elena (Foto: mapio.net)
In età costantiniana il fundum Laurentum era proprietà di Elena, madre di Costantino, ed era compreso nel territorio delimitato ad ovest da Porta Maggiore, a nord dalla via Prenestina, a sud dalla via Latina e ad est dal Monte Cavo (secondo alcuni dal Monte del Grano, cosiddetta tomba a tumulo di età severiana, a circa 1,5 Km ad est del cimitero cristiano). Dopo la vittoria del Ponte Milvio nel 312 d.C., Costantino sciolse il corpo degli equites singulares Augusti, distrusse i loro accampamenti in Laterano e il loro cimitero sulla Labicano, sul quale verrà installato, tra il 313 e il 325, un complesso monumentale molto importante, al quale l'imperatore attribuì rendite più cospicue di quelle di San Pietro.
Qui venne costruito il mausoleo cilindrico destinato all'Augusta Elena, che vi venne deposta in un preziosissimo sarcofago in porfido rosso oggi custodito ai Musei Vaticani; venne edificata anche una vasta basilica, lunga 65 metri e larga 29, di cui sono venute alla luce le fondazioni, che riutilizzarono numerose lastre funerarie di equites singulares.
Cunicoli delle catacombe dei Santi Marcellino e Pietro
(Foto: santimarcellinoepietro.it)
Nelle catacombe dei Santi Marcellino e Pietro sarebbero stati deposti circa 11.000 defunti, mentre nel cimitero esterno circa 5-6.000. Quasi tutti i defunti provenivano ai quartieri della Subura e dell'Esquilino, densamente abitati da artigiani, operai e commercianti. Nelle catacombe furono inserite anche le sepolture di illustri martiri, vittime delle ultime grandi persecuzioni, quelle degli imperatori Valeriano (258) e Diocleziano (303-304): Gorgonio, Pietro, Marcellino, Tiburzio, i Quattro Coronati, i Trenta e i Quaranta martiri.
Le più antiche notizie dei Santi Marcellino e Pietro, commemorati il 2 giugno, ci vengono da papa Damaso (366-384), che le apprese da bambino dal carnefice dei due martiri. Tale circostanza consente di collocare la loro morte durante la persecuzione di Diocleziano (303 d.C.). Il loro sepolcro inter duas lauros è attestato dal Martirologio Geronimiano (V secolo d.C.), oltre che dagli itinerari romani in uso ai pellegrini del VII secolo. Fu composta per loro, probabilmente nel V secolo, anche una passio, una sorta di biografia romanzata.
Le catacombe ad duas lauros offrono al visitatore numerose scene di banchetto (refrigerium, agape). L'usanza di prendere dei pasti comuni e di offrire libagioni in occasione delle festività dei defunti era molto sentita nel mondo romano e, prima ancora, presso Greci ed Etruschi.

Fonte:
Pontificia Commissione di Archeologia Sacra

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