domenica 15 ottobre 2017

Un'iscrizione può gettare luce sui Popoli del Mare?

L'iscrizione Luvia copiata dall'archeologo Georges Perrot e pervenuta
nelle mani di James Mellaart a Beykoy in Turchia. (Foto: J. Mellaart)
E' stata recentemente decifrata una lastra di pietra di 3200 anni fa, recante un'epigrafe che narra le gesta di un principe troiano e che potrebbe riferirsi ai misteriosi Popoli del Mare. L'iscrizione è lunga 29 metri e descrive l'ascesa di un regno potente chiamato Mira, che portò avanti una campagna militare condotta da un principe proveniente da Troia, di nome Muksus.
L'iscrizione è stata incisa utilizzando un'antica lingua chiamata Luvio, che può essere tradotta, attualmente, solo da pochi studiosi al mondo. Tra questi Fred Woudhuizen, studioso indipendente, che ha decifrato l'antica e misteriosa iscrizione.
Se l'inscrizione risultasse autentica, getterebbe luce su un periodo in cui una confederazione di popoli, che gli studiosi moderni chiamano Popoli del Mare, distrusse regni e città di tutto il Medio Oriente. Il regno di Mira era tra quelle genti, i Popoli del Mare, impegnati nella campagna militare nel Medio Oriente. L'iscrizione narra di come il sovrano Kupantakuruntas fondò e rafforzò il regno di Mira, situato nell'attuale Turchia occidentale. Mira era controllata da Troia, anch'essa situata in Turchia. Nell'iscrizione compare anche il principe troiano Muksus, che, secondo quanto vi è scritto, condusse una spedizione navale che riuscì a conquistare la città di Ashkelon, situata nell'attuale Israele.
L'iscrizione descrive i dettagli del percorso che portò al trono Kupantakuruntas al trono di Mira. Suo padre, Mashuittas, prese il controllo della città di Troia dopo un re troiano di nome Walmus. Poco dopo Mashuittas reintegrò Walmus sul trono della città in cambio della sua lealtà a Mira. Kupantakuruntas divenne re di Mira dopo la morte di suoi padre e riprese il controllo di Troia pur non essendone sovrano. Nell'iscrizione Kupantakuruntas descrive se stesso come una sorta di protettore di Troia, appellandosi ai futuri governanti di Troia affinché sorveglino Wilusa (nome antico di Troia) come ha fatto il grande sovrano di Mira.
L'iscrizione, purtroppo, non esiste più, poiché è stata distrutta nel XIX secolo, ma sono state trovate delle registrazioni della stessa nella tenuta di un famoso archeologo scomparso nel 2012, James Mellaart, il quale aveva scoperto diversi siti antichi, il più famoso dei quali è Catalhoyuk, insediamento risalente a 9500 anni fa in Turchia, forse la più antica città del mondo.
Mellaart lasciò istruzioni affinché l'iscrizione fosse tradotta da altri studiosi, nel caso in cui non fosse riuscito a farlo lui prima di morire. Alcuni ricercatori hanno sollevato obiezioni sull'autenticità dell'iscrizione, adombrando l'ipotesi che essa sia stata creata dallo stesso Mellaart. Secondo le note di quest'ultimo, l'iscrizione venne copiata nel 1878 da un archeologo, tale Georges Perrot, vicino al villaggio turco di Beykoy. Poco dopo gli abitanti del villaggio utilizzarono la pietra come materiale da costruzione di una moschea. Uno studioso di nome Bahadir Alkim, morto nel 1981, riscoprì il disegno di Perrot e ne fece una copia che, a sua volta, venne copiata da Mellaart e che ora è stata decifrata dal team svizzero-olandese.

Fonte:
livescience.com

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