sabato 19 maggio 2018

Ercolano, un papiro restituisce un'opera di Seneca il Vecchio

Ercolano, il papiro P.Herc. 1067 contenente un testo di Seneca padre
(Foto: napoli.repubblica.it)
La ricercatrice Valeria Piano ha riletto il papiro numero 1067 e lo ha attribuito ad Anneo Seneca detto il Vecchio o il Retore, padre del filosofo Lucio Seneca. Il testo riproduce l'opera dedicata alla storia romana dalla fine delle guerre civili fino alla morte di Tiberio. Seneca morì nel 37 d.C. a Roma. Il papiro si data a prima del 79 d.C., momento del seppellimento di Ercolano.
Quello che sembrava un papiro con il testo di un'orazione politica attribuita a Lucio Manlio Torquato, è invece parte dell'opera storica del padre del filosofo Seneca, alla quale il Retore lavorò negli ultimi anni della sua vita "Ab initio bellorum civilium".
Entusiasta della scoperta il direttore della Biblioteca nazionale di Napoli Francesco Mercurio. La Nazionale conserva la collezione di papiri scoperti nella Villa dei Pisoni a Ercolano. A presentare la nuova lettura la filologa e papirologa Valeria Piano, che lavora all'Università di Firenze.
Nel papiro latino che gli studiosi citano come "P.Herc. 1067", nonostante l'esiguità dei frammenti, l'impronta della narrazione storiografica è immediatamente percepibile nel testo, confermando che si tratta delle "Historiae ab initio bellorum civilium" data per perduta e di cui finora non avevamo nessuna notizia diretta di tradizione manoscritta.
Lucio Anneo Seneca il Vecchio (Foto: repubblica.it)
I nuovi studi hanno affermato con certezza l'attribuzione del testo contenuto nel "P.Herc. 1067" a Lucio Anneo Seneca, padre del filosofo Seneca. La scoperta è stata fatta nell'ambito del progetto europeo Platinum, che fa capo all'Università Federico II ed è finanziato dall'Unione Europea.
"Il P.Herc. 1067 è uno dei più noti papiri latini della collezione di Ercolano, conosciuto come 'Oratio in Senatu habita ante principem' - spiega il direttore Francesco Mercurio - fino a oggi si era ritenuto che tale papiro conservasse un discorso di tenore politico, pronunciato in Senato davanti all'imperatore: l'attribuzione a Seneca padre è strabiliante. Il papiro ci offre una memoria storica delle vicende della prima Roma imperiale sotto Augusto e Tiberio, con qualche possibile riferimento alla storia immediatamente precedente. Inoltre il lasso di tempo individuato, i personaggi menzionati nel papiro, la presenza nella biblioteca di Ercolano della produzione di Seneca padre, ci danno un'altra conferma e dimostrano, in modo inequivocabile, che la Villa dei Pisoni e con essa la sua biblioteca, era un importante e vitale centro di studi fino a poco prima l'eruzione del Vesuvio del 79 d.C.". Francesco Mercurio si augura che i papiri di Ercolano vengano dichiarati dall'Unesco Patrimonio dell'umanità.
Frammenti preziosi, dunque, che la lava e il tempo hanno restituito anneriti, ma comunque almeno in parte leggibili. Tasselli di un puzzle che Valeria Piano ha ricostruito con ostinata accuratezza, al termine di un lavoro certosino di ricostruzione durato un anno sugli scampoli ritrovati nell'antica biblioteca di Filodemo di Gadara, costituita da centinaia di scritti in quella che non a caso ha preso il nome di Villa dei Papiri. "L'eruzione ha salvato quella villa e la sua biblioteca di natura filosofica e in particolare epicurea", conferma la studiosa, che ha passato mesi a ricomporre, decifrare e interpretare le lettere latine incise su un papiro lungo ben 13 metri ridotto in brandelli.
Un'impresa nella quale la tecnologia ha avuto un ruolo fondamentale. "Per esaminare i frammenti ho usato microscopi e immagini multispettrali. - Spiega la ricercatrice molisana. - Ho condotto questo studio nell'ambito del progetto europeo Platinum, che ha sede qui a Napoli, alla Federico II, ed è diretto dalla Professoressa Scappaticcio. Ma sono stata seguita anche dal Cispe, il Centro internazionale per lo studio dei papiri ercolanesi, che ha sede a Napoli."
Dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali arriva la soddisfazione della direttrice generale delle biblioteche e istituti culturali Paola Passarelli, che parla di "segnale positivo di come fare sistema possa portare a questi risultati e uno stimolo incoraggiante a proseguire in questo senso". Il binomio tutela e ricerca, commenta a sua volta la segretaria generale del ministero Carla di Francesco, "porta oggi un risultato straordinario e restituisce al mondo un'opera della letteratura latina finora ritenuta perduta".

Fonte:
napoli.repubblica.it
ilmattino.it

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